🦁 Sotto il segno dei Leoni - Il leone di Leonardo
La Newsletter di Un Safari in Città - Numero 6 Giugno 2023
Roar!
Ciao! Quello che stai leggendo è il sesto1 numero della newsletter di Un Safari in Città e, come forse già sai, io sono Adele Cammarata.
Il leone di cui ti racconto oggi lo devo a Loredana, un’amica lettrice che fa parte del Gruppo di Un safari in città e che, in visita al Museo di Leonardo Da Vinci a Milano, ha inviato un post corredato di fotografie.
Mi sono incuriosita e ho fatto qualche ricerca…
Nomen omen
Innanzitutto partiamo da Leonardo Da Vinci, che ha a che fare con i leoni già nel suo nome (e come vedremo questo particolare non è da poco): il nome del genio di Vinci significa infatti forte come un leone, dall’antico alto tedesco *Lewenhart, letteralmente “leone forte”. (Nel caso ti interessasse, il suo onomastico è il 6 novembre!)
Il poliedrico Leo, tra i suoi innumerevoli interessi e la vita avventurosa (a partire dalla sua nascita irregolare), è noto anche per le sue “macchine” che nella maggior parte dei casi erano progettate scopi bellici (come nel caso del celebre carro armato o di un prototipo di cannone a 33 canne). Altre volte erano invece dei progetti di ingegneria civile o prototipi di mezzi e oggetti poi effettivamente costruiti (come il fantastico ornitottero o il paracadute a forma di piramide).
Ma talvolta il genio toscano accettava commesse che avevano il solo scopo di divertire o stupire il pubblico, come nel caso del Leone meccanico.
Commissionato dal Papa Leone X (e anche qui il nome non è un caso!) nel 1515 per stupire Francesco I, Re di Francia, il Leone meccanico era rivestito di pelle: dopo aver mosso qualche passo, apriva le fauci e dall’interno venivano fuori dei gigli. Immaginatevi la reazione del pubblico!
L’originale di Leonardo non è più tra noi, ma negli ultimi anni è stato ricostruito grazie alle testimonianze ritrovate in un codice conservato a Madrid e attualmente è in mostra a Milano.
(Molto interessante è questo breve video tratto da Sapiens - Un solo pianeta)
Come si legge sul sito del Museo delle Macchine di Leonardo che la ospita,
Il significato di quest'opera era fortemente allegorico: nella città di Lione, il Leone avrebbe donato al Re dei gigli, simbolo di Firenze, città natale del Pontefice.
Già, perché il leone è anche il simbolo di Firenze (e della monarchia francese)… ma questa è un’altra storia e la racconteremo un’altra volta.
Leoni di carta - I leoni non mangiano polpette
Direttamente da Una Marina di Libri 2023, ecco un libro politicamente MOLTO scorretto (a meno che tu non sia un leone)!
I leoni non mangiano crocchette, e questo è un dato di fatto, ma allora cosa mangiano? Non si era posta la questione la piccola Clementina, bambina ubbidiente, che - dato che non può tenere un cane o un gatto - se ne spunta a casa tenendo un leone al guinzaglio… ma non sa che i suoi guai sono appena cominciati!
Naturalmente questa è la versione di Clementina. E se la leggessimo dalla parte del leone?
Se c’è un libro in cui scrittura e illustrazione si sposano in modo formidabile, questo è il libro di André Bouchard (tradotto da Maria Valeria Caredda): un’ironia micidiale ci porta pagina dopo pagina a una conclusione spiazzante. Mi ha ricordato le vecchie storie di Pierino Porcospino, solo che qui la “punizione” forse è per i genitori che non volevano cani e gatti…
Mi è piaciuta molto l’inversione del punto di vista che sicuramente renderà questa storia memorabile per grandi e piccoli.
Buona estate!
Ti auguro buona estate con le immagini della meridiana della cattedrale di Palermo, presente nel nostro Safari, che anche per questo solstizio d’estate ha fatto il suo dovere…
Di che cosa parleremo la prossima volta? Aspetta e vedrai 🦁
sì sì, lo so, sono in ritardo!