🦁 Sotto il segno dei Leoni - Un leone per i santi
La Newsletter di Un Safari in Città - Numero 10, (Ottobre) Novembre 2023
Roar!
Ciao! Quello che stai leggendo è il nuovo numero della newsletter di Un Safari in Città e, come forse già sai, io sono Adele Cammarata.
Forse siamo arrivati finalmente all’autunno, dopo un agosto interminabile… per questo motivo ci sentiamo tutti un po’ fuori fase e il mese di ottobre è volato senza che me ne sia accorta. In questo numero vorrei raccontarti un po’ di curiosità su un santo che mi è particolarmente caro e che ha molto a che fare con i leoni: la sua festa è stata il 30 settembre e mi ricorda sempre mio nonno Enzo che era nato proprio in quel giorno.
San Girolamo e il leone
Eh sì, se dico “leone e santi” i casi sono due: o è San Marco o è San Girolamo, festeggiato appunto il 30 settembre. Un altro motivo per cui mi è caro questo santo è che è il patrono, tra gli altri, dei traduttori e delle traduttrici: ricordiamocene quando leggiamo un libro tradotto o siamo nel bel mezzo di una versione di latino! A San Girolamo si deve infatti la traduzione in latino le Sacre Scritture, ma è anche il patrono di chi lavora in libreria e in biblioteca… insomma, tutte persone a cui essere molto grati!
Ma chi era San Girolamo? (e che c’entra il leone?)
Spulciando qui e là, trovo queste informazioni. Intanto era nato nella città di Stridone in Illiria, in quella che adesso è la Croazia, nel 347. Aveva studiato a Roma e poi a Treviri, dove iniziò a maturare l’idea di vivere da anacoreta - insomma, fuori dal mondo, proprio come all’epoca avevano iniziato a fare alcuni monaci eremiti in Egitto. Provò a vivere in questo modo, insieme a una comunità di asceti ad Aquileia, ma ahimè ne venne deluso e partì per la Siria dove rimase a vivere per un paio di anni in completa solitudine (375-6), dedicandosi alla preghiera e alla contemplazione.
Ma anche gli eremiti, nel loro piccolo, bisticciano, e il nostro Girolamo, deluso, se ne andò ad Antiochia, dove viene ordinato sacerdote, e poi a Costantinopoli, dove - sotto la guida di uno dei più celebri “luminari della Cappadocia”, Gregorio Nazianzeno - perfezionò lo studio del greco.
Da Costantinopoli, Girolamo tornò a Roma dove divenne segretario del papa Damaso I. La cosa più interessante di questi anni, però, è che in questo periodo fu scelto come padre spirituale da un gruppo di donne, tra cui le matrone Marcella e Paola (poi canonizzate, diventeranno santa Paola e santa Marcella - quindi se portate questo nome sapete di chi stiamo parlando!).
Dopo varie peripezie e contrasti con la curia romana, Girolamo decise che era cosa buona e giusta tornare in Oriente e si stabilì a Gerusalemme dove intraprese l’opera per cui è più noto: la Vulgata, ossia la prima traduzione completa in lingua latina della Bibbia. (Grazie sempre Girolamo!). Qui morì nel 420.
Sì, vabbè, ma il leone?
Ora ci arriviamo.
Secondo la Legenda Aurea, il famoso libro in cui Jacopo da Varazze raccolse le favolose vite dei santi più celebri dei primi secoli del cristianesimo, un giorno un leone ferito si presentò al monastero in cui viveva il nostro Girolamo. Tutti scappano terrorizzati, non il Santo, ovviamente: si avvicinò a lui, vide che era sofferente e ferito, e ordinò ai confratelli di lavargli le zampe. Dopo qualche tempo, il leone - grato e ristabilito - continuò a vivere nel monastero come una sorta di leone da guardia, posto a custodia soprattutto dell’asino del convento.
Ma un brutto giorno l’asino sparì e tutti gli indizi erano contro il leone, che venne punito svolgendo tutti i lavori dell’asino che tutti ormai piangevano per morto. Se non che qualche tempo dopo il leone incontrò mercanti e nella loro carovana riconobbe l’asino del convento. Con un possente ruggito il leone mise in fuga i mercanti e riportò l’asino e tutto il carico dei fuggitivi al convento. Quando si presentarono i mercanti a chiedere il perdono di Girolamo, lui lo concesse a patto che non rubassero più nulla.
Ecco, sì, non te lo volevo dire: ma il famoso leone è il frutto di una… fake news medievale. Il santo a cui si riferisce la leggenda è infatti san Gerasimo (Hierasimus) e non Girolamo (Hieronimus).
Ma ormai la frittata era fatta, così l’iconografia di San Girolamo lo rappresenta nella stragrande maggioranza dei casi con un leone a fianco.
Tra le numerosissime opere a lui dedicate, mi piace ricordare uno dei due dipinti di Antonello da Messina che lo riguardano (chi ha studiato storia della letteratura italiana sul Petronio lo ricorderà in copertina).
Artista enigmatico e raffinatissimo, Antonello nasconde tantissimi elementi in questo studio. E il leone?
Riesci a vederlo?
Un gioco divertente è cercare di individuare tutti gli animali presenti in quest’opera e cercare di immaginare come potesse tradurre in pace quel sant’uomo di Girolamo (non escludo di averlo fatto anche quando studiavo sul Petronio!). Se vuoi saperne di più, dai un’occhiata a questo articolo di Giuseppe Nifosì.
Leoni di carta… e altri animali
Sono di ritorno dalla libreria dove ho trovato un originale libro per ragazzi, pieno di illustrazioni e con una grafica accattivante: Sono forte come un leone! il cui sottotitolo recita “Gli animali ti insegnano a essere la miglior versione di te stesso” (di Carlie Sorosiak, trad. Beatrice Mereghetti, ill. Katie Walker, ed. Crealibri, 2023). Non un libro di racconti (anche se ve ne sono tanti) ma un percorso di crescita “seguendo le impronte” di tanti animali: unicità, autostima, amicizia, gentilezza, coraggio, resilienza e gioia vengono riscoperte e proposte attraverso il comportamento degli animali. Perché - non dimentichiamolo - siamo animali anche noi, parte della Natura esattamente come le altre creature. Un bel messaggio positivo per i nostri cuccioli d’uomo!
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Di cosa parleremo nella prossima newsletter? (E - a proposito - quando arriverà?) Aspetta e vedrai! Come sempre, sarà una sorpresa!
Alla prossima! 🦁